Ricordo ancora i giorni di scuola, quando le risatine e i commenti scherzosi dei miei compagni di classe su quanto fossi “rotonda” hanno iniziato a minare la mia fiducia in me stessa. Quelle parole si sono radicate nel profondo della mia psiche, creando un sentimento persistente di vergogna e insicurezza riguardo al mio aspetto. Sono diventata iper-consapevole del mio corpo in qualsiasi contesto sociale, temendo costantemente il giudizio e l’elusione da parte degli altri.
Nella società moderna, la grassofobia e i pregiudizi associati ai corpi grassi persistono come un tabù radicato, un’ombra che mina la salute mentale e fisica di milioni di individui in tutto il mondo. I corpi grassi sono spesso considerati inadeguati o non allineati agli ideali di bellezza imposti dalla cultura dominante e fortemente influenzata da valori cis etero-patriarcali. Questi pregiudizi si infiltrano in vari aspetti della vita quotidiana, determinando una serie di discriminazioni che possono avere conseguenze durature sulla fiducia in sé stessi e sul benessere complessivo di chi ne è colpito.
La grassofobia si manifesta in molteplici forme, comprese l’esclusione sociale, la discriminazione sul posto di lavoro e nel settore sanitario, nonché l’immagine distorta dei media che perpetua stereotipi negativi. Le persone che vivono con corpi grassi sono spesso soggette a commenti umilianti, pregiudizi subdoli e trattamenti discriminatori, che possono generare un senso persistente di vergogna e inadeguatezza. Questo ciclo di discriminazione può influenzare significativamente la salute mentale, portando a bassa autostima, ansia e depressione.
Il tabù del “corpo grasso” è profondamente radicato in una cultura che promuove gli standard di bellezza irrealistici e che esclude la diversità dei corpi. La pressione costante per aderire a tali standard impone un peso psicologico e fisico, creando una cultura in cui l’autostima e il valore di un individuo vengono misurati in base alla conformità a un ideale di magrezza. Questa mentalità collettiva perpetua la discriminazione e alimenta il ciclo di autolesionismo e vergogna che molte persone con corpi grassi devono affrontare quotidianamente.
Sin da giovane, ho imparato ad affrontare le sfide insite nella società che idolatra l’immagine del corpo perfetto. La mia esperienza personale con la grassofobia ha influenzato profondamente la percezione di me stessa e ha gettato luce su un problema molto più ampio che colpisce molte persone in modi diversi.
In tutto ciò, l’ascesa dei social media ha ulteriormente amplificato le complessità della mia lotta con il pregiudizio nei confronti del mio corpo. Le immagini perfettamente ritoccate e i corpi scolpiti pubblicizzati come l’ideale da raggiungere hanno intensificato il mio senso di inadeguatezza, spesso e volentieri. I commenti anonimi e crudeli online hanno aggravato ulteriormente la mia ansia e a volte mi hanno costretta a ritirarmi sempre più nella mia bolla di insicurezza.
Inoltre, la grassofobia ha gettato un’ombra persino sulle mie esperienze nel mondo lavorativo. Le sottintese occhiate di disapprovazione nei luoghi di lavoro e i commenti sottili sul mio aspetto hanno minato la mia fiducia nelle mie capacità professionali. Spesso mi sono sentita in dovere di lavorare il doppio per dimostrare il mio valore, mentre continuavo a lottare con l’etichettatura implicita che il mio peso implicasse una mancanza di disciplina e impegno.
Anche nel contesto del sistema sanitario, ho sperimentato in prima persona gli effetti discriminatori. Le visite mediche spesso si trasformavano in sermoni sulla necessità di perdere peso, anche se il motivo della visita non era direttamente correlato al mio peso. Questo atteggiamento condiscendente e moralizzatore ha reso difficile per me cercare assistenza medica senza temere di essere giudicata o sminuita in quanto donna “plus size”.
Tuttavia, il mio viaggio verso l’accettazione del corpo è iniziato sia attraverso il sostegno dei miei amici che di comunità online di supporto, oltre che con l’aiuto di un terapeuta. Ho iniziato a riconoscere il valore intrinseco della mia persona al di là della mia forma fisica. Ho iniziato a esplorare concetti come la positività del corpo e l’autocommiserazione, imparando a coltivare una prospettiva più amorevole e compassionevole verso me stessa.
Negli ultimi anni vi è una crescente consapevolezza e un movimento per sfidare questi ideali restrittivi e promuovere l’accettazione e l’inclusione di tutti i tipi di corpi. Attraverso campagne di sensibilizzazione, attivismo e narrazioni di esperienze personali, le voci delle persone che lottano contro la grassofobia hanno guadagnato forza e hanno contribuito a creare spazi più sicuri e accoglienti per coloro che vivono con corpi grassi. Questo movimento di accettazione mira a cambiare il paradigma culturale e a riaffermare il valore intrinseco di ogni individuo, indipendentemente dalla sua forma o dimensione corporea.
L’esperienza con il pregiudizio di avere un “corpo grasso” ha sicuramente lasciato un segno indelebile dentro di me, ma è stato – ed è tuttora – il motore che mi spinge nel difendere le diversità altrui e per promuovere la self confidence, in una società che spesso favorisce l’apparenza sulla sostanza. Sfidare e smantellare la grassofobia richiede un approccio su più fronti che affronti le norme sociali, i pregiudizi istituzionali e le percezioni individuali. Promuovere la positività corporea e l’inclusività attraverso la rappresentazione mediatica, l’educazione e le iniziative di advocacy possono favorire una cultura di accettazione e celebrazione dei diversi tipi di corpo. Nel settore sanitario, è imperativo implementare una formazione sulla sensibilità per i professionisti medici per mitigare le discriminazioni legate al peso e garantire un trattamento equo per tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro corporatura. Inoltre, sostenere politiche che salvaguardino i diritti degli individui che subiscono discriminazioni basate sul peso è fondamentale per creare una società più giusta ed equa.
Per sradicare i tabù sui corpi grassi, inoltre, è essenziale promuovere una cultura basata sull’accettazione delle diversità di ciascuno di noi. È inoltre di vitale importanza creare ambienti sicuri e inclusivi in cui le persone possano sentirsi valorizzate e rispettate per ciò che sono, al di là dei canoni di bellezza imposti. Questo richiede un impegno collettivo per educare e sensibilizzare, oltre a promuovere rappresentazioni positive e inclusive nei media e nella società nel suo complesso. Solo attraverso un approccio di valorizzazione dell’essere umano possiamo sperare di costruire una comunità in cui ogni individuo sia libero di esprimere la propria unicità e autenticità senza paura di giudizi o discriminazioni.
[Foto di Monika Kozub]