Siamo Nicola Brucoli e Ulderico Sconci e questo non è Roma Capita. Questo è un articolo dove proviamo a raccontarvi perché secondo noi i pischelli romani si interessano, eccome, alla politica.
Roma Capita invece (o infatti) è il podcast che curiamo e scriviamo: il nostro modo di raccontare quello che capita nella Capitale.
Oltre a divertirci con i giochi di parole, ci piace occuparci di Roma, prendercene cura approfondendo progetti e notizie e cercando di diffonderle nel modo più semplice possibile.
Tutto è nato durante la campagna elettorale del 2021, quando le cittadine e i cittadini di Roma dovevano scegliere il nuovo sindaco della città. Venivamo da anni complessi dove, al di là della pandemia che ci ha costretto a vivere la città in modo diverso, Roma era costantemente descritta come un luogo in decadenza. Degradata, sporca, senza servizi. Una città spenta dove tutto sembrava finito. E dove essere giovani rischiava di essere un limite più che un’opportunità.
Ma forse Il declino del cosiddetto “modello Roma” degli anni 2000 ha risvegliato una città che si è scoperta più incattivita ma anche capace di trovare soluzioni creative alle mancanze dell’Amministrazione o all’umiliazione di un’inchiesta che associava la mafia alla Capitale. La città si è fatta le ossa, si è arrangiata con la nascita di tante associazioni e comitati dal basso, spesso dando vita a iniziative o centri culturali indipendenti formati da giovanissime. In questo clima altalenante tra depressione ed euforia, quasi per caso, durante la campagna elettorale, ci siamo incontrati.
N: Quell’estate avevo deciso di lanciare un podcast, Roma Capita appunto, perché sinceramente non avevo idea per chi votare. Volevo approfondire i programmi, capire bene chi fossero i candidati e andare a votare davvero consapevole. Perciò ho pensato di renderlo un piano utile anche ad altre persone, attraverso un mezzo che non avevo mai sperimentato ma che mi attirava. E nonostante la mia erre moscia, o forse proprio grazie a quella, Roma Capita ha iniziato a diffondersi, dimostrando che l’interesse era alto e che magari bisognava trovare nuovi modi per comunicare con le generazioni più fresche.
U: In quella campagna elettorale ho lavorato attivamente (ma non vi dirò per chi). Quindi la mia estate è passata a scrivere programmi e a girare Roma in tutti i suoi 1285 chilometri quadrati. Mi sono reso conto che c’era tanto malcontento ma anche tanta voglia di darsi da fare, ognuno per quello che poteva. Nelle mie ricerche mi sono imbattuto nel podcast Roma Capita, rimanendo affascinato da come riusciva con semplicità a parlare di politica e di Roma. Così ho contattato Nicola su Instagram, perché in questi casi fare rete diventa fondamentale, sia per imparare cose nuove ma soprattutto per supportarsi a vicenda. Così ci siamo conosciuti e, partendo da uno spritz, siamo diventati amici. E mentre nel corso delle settimane gli spritz si moltiplicavano, abbiamo deciso di iniziare a collaborare su alcuni progetti.
N: Ho invorticato Ulderico nella mia Associazione, TWM Factory, e soprattutto nella seconda edizione di Riscatti di città, una ricerca multidisciplinare sullo sviluppo urbano di Roma, diventata poi una mostra a Palazzo Merulana. In particolar modo Ulderico si è “specializzato” nel mappare i tantissimi luoghi abbandonati della Capitale, quelli oggetto di mirabolanti promesse elettorali che spesso cadono nel nulla e quelli che invece hanno trovato funzioni e forme nuove.
U: Nel mentre le nostre chat whatsapp si riempivano di link. Progetti su Roma, annunci, segnalazioni di disservizi e render di cose che forse non verranno mai realizzate. Ci siamo chiesti se questa città non meritasse qualcosa di più che non il solito gossip politico che dà voce solo a chi non vuole le metro, lo stadio o i tram, i cosiddetti nimby (Not In My Back Yard). Abbiamo iniziato a pensare a come trasformare tutte le nostre idee, i pensieri, le suggestioni in qualcosa di propositivo per la città. Anche perché, tra le tante cose che ci legano, niente raggiunge l’amore per Roma.
Siamo due ragazzi che hanno avuto la fortuna di viaggiare e di poter vedere come funziona nel resto del mondo. Abbiamo studiato Architettura e Scienze Politiche, imparando cosa significa progettare lo spazio urbano e tessere relazioni capaci di stimolare un cambiamento. Non ci rassegniamo a vedere la città strozzata dagli stereotipi che si è autoimposta o a limitarci ad un lamento continuo, senza slanci propositivi.
Per questo abbiamo deciso di riprendere Roma Capita. Di scriverlo e produrlo insieme, facendolo diventare un appuntamento mensile. Non vogliamo farlo con spocchia o presunzione ma semplicemente cercando di far conoscere ciò che succede in città, come cambieranno tanti spazi con il prossimo Giubileo o i nuovi servizi implementati con il PNRR.
Oggigiorno la politica è diventata marketing da social network visto che ci accontentiamo dei post su instagram o dei video su titok per informarci. Il nostro obiettivo è quello di restituire un po’ della complessità dei fenomeni che muovono la Capitale, facendo degli approfondimenti che siano comprensibili a chiunque. Le cose da dire sono sempre tantissime e il tempo praticamente non basta mai. Cerchiamo di commentare l’attualità ma allo stesso tempo, una cosa che ci appassiona è quella di smontare i tanti luoghi comuni che Roma ha tatuati sulla pelle: tipo che non si possono costruire le metro perché ci sono i cocci o che non serve costruire uno stadio perché c’è già l’Olimpico.
Noi ci limitiamo a ricordare che Roma ha poche metropolitane in centro ma anche in aree più esterne, dove i cocci non ci sono o che Londra ha più di 20 stadi. Ma non basta questo a spiegare la complessità e gli intrecci della politica romana. Per questo in ogni puntata entriamo nelle dinamiche di due/tre argomenti, dai cantieri del Giubileo, al nuovo tram TVA, dal verde ai rifiuti con il nuovo termovalorizzatore.
Il nostro è un atto di amore verso la città, che declina, in qualche modo, anche il nostro modo di intendere la politica. Pensiamo che governare una città non possa prescindere dal coinvolgimento di chi ne fa parte. Allo stesso tempo però, crediamo che il conflitto, necessario in politica come nella vita, debba portare ad una sintesi e non possa essere l’alibi per tenere ferma una città, come invece è stata Roma negli ultimi 25 anni.
Proviamo a non dare mai una connotazione partitica, visto che non lesiniamo critiche a nessuno, ma comunque illustriamo il nostro punto di vista su tante cose che a volte si dicono solo a mezza bocca. Vogliamo aiutare le persone, soprattutto coetanee, a sapere cosa succede in città, perché il punto di partenza è uno: cittadine più informate sono cittadine più consapevoli.
Poi se proprio non saranno consapevoli, almeno possono fare bella figura a cena o ad un appuntamento. Parlare di Roma funziona sempre.