E’ la queen dei tormentoni. E’ l’artista dei primati: l’italiana più ascoltata su Spotify, la prima italiana a entrare nella top 100 globale di Billboard, la donna più certificata in Italia dalle rilevazioni della FIMI, etc etc. E’ bella. Fa impazzire uomini e donne. Almeno sarà un po’ scema? No, niente, è pure laureata in fisica. Insomma, Annalisa è un po’ la prima della classe. Volevamo verificare che almeno fosse antipatica. E invece lei che ti fa? Diventa la madrina del RomaPride 2024, mettendosi dalla nostra parte e testimoniando il suo impegno per la visibilità e i diritti delle persone lgbtqia+. E niente, non ne sbaglia una. Alla vigilia del Pride, nel quale salirà sul carro durante la parata per poi esibirsi live al party ufficiale a Rock in Roma, le abbiamo fatto qualche domanda di riscaldamento.
Facciamo un salto indietro e uno in avanti: cosa diresti alla te stessa che ha vinto Amici e alla Annalisa 60enne?
In entrambi i casi mi chiederei se la direzione in cui sto andando mi fa sentire bene, se la sento giusta, e che in ogni momento se non dovesse essere così si possono cambiare le cose.
La percezione dei Pride e della comunità lgbtqia+ nel corso degli anni secondo te sta cambiando?
Penso di sì, credo che la consapevolezza comune sia sempre maggiore e che conoscere ciò di cui si parla sia una cosa importante. Penso anche che ci sia ancora molto da fare e anche in questo sta il valore del Pride.
Una scienziata con la voce e il corpo di un’artista: come convivono queste 2 anime dentro di te?
Non mi sono mai sentita un essere univoco, e non vivo così in realtà nessuna persona. Siamo pieni di sfumature, interessi, a volte si ha la fortuna di possedere un talento. Siamo la somma di tutte queste cose.
Con Annalisa ci vediamo il 15 giugno al RomaPride.