Ho sempre odiato le etichette: credo che denominare qualcosa, categorizzarlo all’interno di un contenitore delimitato, coincida spesso con il costringere a individuare regole da seguire e schemi pre-impostati da ricalcare.
Questa mia avversione è il motivo per cui amo la letteratura young adult, un genere letterario – anzi, macro genere – che recentemente è diventato un fenomeno virale, grazie alla piattaforma di Tiktok e la sua nicchia del Booktok (crasi tra Book e Tiktok, la sezione letteraria contenente video recensioni e chiacchiere riguardo libri amati, odiati e analizzati in ogni loro più piccolo aspetto).
La letteratura young adult, almeno per definizione, è un genere per giovani adulti, ossia quella nicchia di adolescenti che va dai 14 ai 19 anni; quel tipo di adolescente troppo grande per le storie da bambini, ma ancora acerbo per un Michel Houellebecq o un Carrère.
La realtà, però, è che il genere viene spesso letto maggiormente da chi i 20 li ha superati anche da alcuni anni – i maggior fruitori sono persone di 40 anni, forse per rivivere quelle prime emozioni che sfuggono con il progredire del tempo, forse per l’empatia con una generazione che è sempre diversa dalla precedente, forse per capire come il mondo evolva, ma i sentimenti no.
Forse perché la letteratura non ha mai età, come le emozioni: il veicolo con cui gli young adult trasmettono storie e messaggi è sempre quello di una scrittura limpida, fluida, diretta al cuore del lettore, ricercando l’empatia col protagonista di turno e lo sturm und drang interiore che si trascina dietro fino al finale – solitamente ricco di speranza e superamento dell’ostacolo – del libro.
Gli young adult, infatti, come il pubblico a cui idealmente si rivolgono, hanno per protagonisti teenager da poco maggiorenni che affrontano i dilemmi tipici dell’adolescenza – i primi batticuori, le battaglie interiori tra realtà e ideali, la scoperta della sessualità e l’affacciarsi alla società, il responsabilizzarsi e il cercare il proprio posto in un mondo sempre troppo piccolo per il proprio cuore.
L’importante, però, è che alla base ci sia onestà emotiva: ogni tipo di sentimento deve essere scandagliato fin nel minimo anfratto, ogni parola deve rispettare il linguaggio di un’intera generazione, risultando verosimile ma allo stesso tempo poetico, reale ma con un pizzico di artefatto. Il gioco delle relazioni sviluppa trame segrete e incomprensibili, come spesso sono gli amori a quell’età: voraci, totalizzanti, ricchi di per sempre con un asterisco – per l’eternità, ma non se intacca la mia libertà di scoprirmi e vivermi.
La letteratura young adult sta ora vivendo il suo momento più florido: il Booktok ha cambiato il gioco editoriale, rendendo omaggio ai sentimenti puri e che invadono ogni angolo nascosto delle nostre esistenze, prediligendo e rendendo virali le storie d’amore e di crescita tra giovani adulti in cerca della propria strada – basti pensare che il cult della Gen Z, Fabbricante di lacrime di Erin Doom, è stato 34 settimane primo in classifica in Italia, superando il premio Strega del 2022, un fenomeno come da tempo non accadeva.
Lo young adult è la rivincita dei sentimenti, delle libertà – molti protagonisti non amano definirsi nel vivere la propria affettività, bevendo direttamente dalla fonte dell’innamoramento senza distinguere il tipo di acqua, ma solo viaggiando sui corpi, altrui e il proprio – è la rivincita della nostalgia, di quel periodo che spesso ricordiamo con imbarazzo e malinconia, elaborandone i dolori solo in un età più avanzata.
I libri young adult sono per noi adulti l’esorcismo di quel lato non vissuto della nostra adolescenza, della castrazione dei sentimenti che abbiamo subito in un momento della nostra vita in cui non si riusciva a gridare a piena voce ciò che avevamo tatuato sul cuore.
Forse, proprio questo è il segreto del successo di questo genere letterario, il motivo per cui i tavoli e gli scaffali delle librerie – e le classifiche dei quotidiani del settore e le recensioni online – siano invasi da produzioni letterari destinati a questi giovani adulti.
Personalmente, sono un fruitore costante della letteratura young adult, proprio per rivivere quelle emozioni che spesso tendo a sopire sotto la corsa accelerata della vita adulta: sono, per me, il freno a mano arrivati a destinazione, il tramonto di fine agosto, le cinque di pomeriggio di domenica, quello spazio in cui tutto sta terminando ma è anche tutto possibile, senza che nessuno possa impedirlo.
I libri young adult sono il mio costante scoprirmi, eterno adolescente in lotta con quel lato di sé che ha sempre mal sopportato, ma che, tra le pagine di protagonisti che vivono frustrazioni e scontri con i genitori e un mondo che sembra odiarli, impara ad amare e coccolare, rendendolo parte integrante di sé.
Ecco perché voglio consigliarvene alcuni, ognuno con una tematica queer – il mio personale modo di contribuire alle adolescenze di oggi per dir loro “non siete soli, guardate, qualcuno ci è già passato e ha cercato di capire il mondo prima di voi”.
Sperando che anche per voi adulti alla ricerca del tempo perduto possano essere un vademecum alla nostalgia e a quella struggente deliziosa malinconia, una lista veloce di romanzi young adult che amo e hanno scavato un posto speciale nel mio ventre.
- L.I.L.Y. di Lea Landucci: la storia di una ragazza introversa e in costante conflitto con ogni parte di sé, reputando sbagliato il suo mondo e il suo farne parte. La storia di incomprensioni che si dipanano come un filo, rendendo comprensibile tutto quel caos quotidiano che ci fa da sottofondo, cercando di non definire ciò che la società cerca spesso di categorizzare: l’amore. La protagonista disegna un mondo a misura di sé, rifiutandosi di concedersi alla matita di una realtà che la soffoca, preda di una salute mentale sempre più precaria – un tema sdoganato dalla sapiente penna di Lea che, con fluidità e scorrevolezza, decora un discorso complicato con la semplicità del comprendersi ed esplorarsi. La tematica queer è trattata con competenza, senza perdere l’intrattenimento e lo struggersi per una storia d’amore dolcissima – si parla di omogenitorialità e asessualità.
- Always be my Baby di Nike Ror: la storia di un primo amore tra due ragazzi, da sempre amici di infanzia e vicini di casa, che si scoprono nel duro percorso dell’adolescenza. Quello che sembra il racconto tra i racconti, è in realtà il racconto dei racconti: Naike tratteggia due giovani uomini che vivono i primi batticuori con la naturalezza e il candore tipici dell’età, parlando di futuro e l’aver paura di chi ci si scopre, di chi si possa diventare, di chi siamo quando nessuno ci guarda, regalandoci una storia d’amore insolita, divertente e con due ragazzi di cui vi innamorerete a prima vista. Il pregio è quello di narrare di un personaggio che, per tutta la durata del romanzo, mai si categorizza nella sfera amorosa, auspicando a un mondo in cui le definizioni cadano, in virtù di un amore che scorra fluido senza alcuna diga.
- Rosso, bianco e sangue blu di Casey McQuiston: in un mondo ideale il figlio della prima presidentessa americana e il secondogenito dei reali inglesi dipanano la matassa dell’odio in un filo d’Arianna d’amore e scoperta del sesso, lasciandosi travolgere dal sentimento per eccellenza, cercando di capire se il ruolo loro affibbiato da genitori di quella caratura possa essere lo stesso che abbiano sempre auspicato per loro. Un dolcissimo ritratto del primo amore condito con sagace ironia e alcuni colpi di scena, riflessioni sulla scoperta della propria omosessualità e bisessualità, sul cosa voglia dire crescere in un mondo già creato dagli altri per te e sull’essere adolescenti al giorno d’oggi. Si ride, si piange, si riflette e si desidera un Henry per la vita.
- Heartstopper di Alice Oseman: l’universo dell’autrice contiene ogni tipo di rappresentazione di ogni orientamento – dall’eterosessualità alla pansessualità – e genere di appartenenza – cisgender, transgender e non-binary – facilitando il sentirsi compresi degli adolescenti queer moderni attraverso le figure di Charlie e Nick, due giovani uomini che scoprono l’amore l’uno negli occhi dell’altro, solo grazie a un primo sguardo. C’è tutto delle nostre prime adolescenze queer: gli sguardi rubati, il dubbio sulla sessualità dell’altro, i gesti fraintesi, quelli fin troppo compresi, le notti insonni e quelle a ridere e scherzare; i messaggi che diventano poesie e il vedersi di sfuggita a scuola come fosse l’intervallo di una vita in apnea. Ogni sentimento è totalizzante, ogni scoperta è una nuova America, ogni interazione fra Nick e Charlie è un ricordo dolceamaro di un’infanzia che avremmo voluto vivere, grazie a un libro che, personalmente, avrei voluto accanto nei momenti bui della mia crescita come omosessuale. Un piccolo gioiello della letteratura young adult che ha tutto, ma proprio tutto, nelle sue vignette dolcissime e che sparano dritte al cuore, ma senza sanguinare, se non per amore. Solo per amore.